Contro il mondo, contro la vita, è uno dei primi scritti di Houellebecq (1991) tradotto in Italia da Bompiani nel 2001; ed è una biografia critica di Lovecraft.
Chi si sarebbe aspettato che Houellebecq avesse tra i suoi primi amori letterari il Solitario di Providence? Beh, non era poi così difficile e lo dimostra questo piccolo estratto che non posso esimermi dal trascrivere:
"Se si ama la vita, non si legge. Nè, d'altronde, si va al cinema. Checché se ne dica, l'accesso all'universo artistico è riservato quasi esclusivamente a chi ne abbia un po' le palle piene.
Lovecraft, dal canto suo, ne aveva parecchio le palle piene."
Lovecraft, dal canto suo, ne aveva parecchio le palle piene."
In Contro il mondo, contro la vita Houellebecq traccia un profilo affascinante dello scrittore di Providence, a volte a discapito della realtà, ma poco c'importa.
Questo piccolo trattato è la dimostrazione che uno scrittore può inventare un mondo e lasciare che viva, fino al punto di inglobare il proprio creatore.
Si tratta di una dimostrazione di grande talento: mostrare quello che non esiste fino a renderlo reale (vale sia per M.H. che per H.P.L.)
Questo piccolo trattato è la dimostrazione che uno scrittore può inventare un mondo e lasciare che viva, fino al punto di inglobare il proprio creatore.
Si tratta di una dimostrazione di grande talento: mostrare quello che non esiste fino a renderlo reale (vale sia per M.H. che per H.P.L.)
È un libro da leggere per capire dove Lovecraft è arrivato, indipendentemente da quale fosse la sua destinazione iniziale.
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