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lunedì 17 giugno 2013

L’anima nera di Nostro Signore, romanzo di Ugo Ciaccio



Venezia, 1776. La galea Erodiade salpa diretta all'isola di Patmos dove si suppone si trovi la testa di Giovanni Battista, secondo alcuni la reliquia che permetterebbe di parlare con Dio. Due secoli dopo, a Napoli, Francesco Maffei, cardinale molto vicino a Giovanni Paolo I, dà incarico all’ex ispettore Manuel Prado di ritrovare la testa del Battista, avvistata in casa di un collezionista di reliquie e poi scomparsa dopo il suo omicidio. La ricerca si svolgerà durante i trentatré giorni di pontificato di Albino Luciani. La caccia alla reliquia sarà intralciata da uomini di potere e assassini, ma il vero ostacolo, impalpabile e onnipotente, proviene dall’alto e potrà essere superato solo con la fede.

Ugo Ciaccio (1969) vive a Napoli e lavora nel campo dell’editoria. Suoi racconti, umoristici e noir, sono presenti in numerose antologie. Il primo romanzo, Nekros, è uscito nel 2011 per Bietti.


L’anima nera di Nostro Signore (Bietti, 2013) di Ugo Ciaccio


Collana Biblioteca Bietti
Pagg. 390
©2013 Edizioni Bietti srl 
ISBN: 9788882483005

venerdì 15 febbraio 2013



Meglio l’eBook o il libro?
Durante le discussioni a sostegno dell’uno o dell’altro ho sempre parteggiato per il libro (che mai aggettiverò come “cartaceo”), ma analizzando la questione senza pensare a chi vincerà la sfida sul mercato, risolverla sarà più semplice del previsto: hanno ragione i sostenitori degli eBook.
L’eBook reader è uno strumento pratico e maneggevole, capiente, economico e rispettoso dell’ambiente (i bit sono riciclabili al cento per cento).
Qualcuno si chiederà: “Ma hanno difetti?”
Sì, uno: l’estetica.
Lo schermo è grigio e triste, l’impaginazione è approssimativa perché funzione di variabili troppo variabili, e il lettore, per quanti testi possa comprare, avrà tra le mani sempre lo stesso oggetto piatto e formale. Molti obietteranno che “il contenuto è più importante della forma” e, aggiungo io, hanno ragione.
L’odore della carta, le sue sfumature avoriate e la legatura affascinante, sono elementi superficiali; scegliere un libro tenendone conto è come scegliere il proprio partner in base all’aspetto fisico piuttosto che al suo valore interiore. Un lettore così non possiamo che biasimarlo: quello che conta è essere belli dentro. À la recherche du temps perdu sarà sempre il capolavoro di Proust che conosciamo, anche se dovessimo leggerlo sulla carta igienica, figuriamoci sul tecnologico giocattolo.
Ciò detto, dobbiamo concludere che sia cosa buona e giusta convolare a nozze con l’irreprensibile eBook, che è affidabile, economico e non sporca. Se ciò avverrà, vorrei però augurare all’effimero bibliofilo di concedersi ogni tanto una scappatella in un angolo con un libro, magari ingombrante e polveroso ma ben rilegato, come un’amante troppo vistosa e incipriata che però gli dia gioia al solo pensiero d’incontrarla. E forse qualche volta gli capiterà di pensare: “ah! se avessi sposato lei…”