bibliofollie

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lunedì 27 settembre 2010

del Toro e Cameron scalano "Le montagne della follia"

At the Mountains of Madness (Alle montagne della follia) è un romanzo breve scritto da Howard Phillips Lovecraft negli anni trenta del secolo scorso, tradotto poi in italiano come Le montagne della follia.
Da qualche tempo gira in rete la notizia che il regista Guillermo Del Toro abbia finalmente trovato i finanziamenti per realizzarne un lungometraggio. Pare si tratti di un centinaio di milioni di dollari, neanche tanti se pensiamo che Avatar ne è costati più di trecento.
A racimolare tanti soldi è stato anche in questo caso James Cameron, deciso a produrre il film così come il regista lo desidera.
Sono quasi tredici anni che del Toro sogna di realizzarlo partendo da una sceneggiatura che rispetti il lavoro dello scrittore di Providence; cosa non facile visto che, così com’è stata pensata la storia di questa avventura al Polo Sud, è priva di alcuni elementi ai quali il cinema hollywoodiano fa fatica a rinunciare: una storia d’amore e un finale catartico. Ammesso e non concesso che esistessero due cose che Lovecraft detestasse più della vita stessa, sarebbero state proprio queste due.* 
L’incompatibilità tra lo scrittore e il gusto statunitense si rivelò già nel 1931 quando At the Mountains of Madness ricevette parecchi rifiuti, tanto da fargli considerare l’ipotesi di smettere di scrivere. Riuscì a pubblicarlo solo cinque anni dopo (nel 1936) facendone una revisione tanto imponente quanto frustrante.
Ma del Toro non ci sta, lui vuole girare il film nel rispetto della rigida genialità dell’autore e soprattutto della propria visione.
Ovviamente uno degli aspetti che mi interessa maggiormente di questa trasposizione è quello relativo al Necronomicon. Il libro maledetto viene citato molte volte nel testo ma non compare mai; serve piuttosto ai protagonisti a interpretare la realtà che di volta in volta gli si para innanzi (vedi le masse informi assimilabili agli Shoggoth e il favoloso altopiano di Leng).
Del Toro potrebbe essere tentato dal fascino e dalla popolarità dello pseudobiblia e farlo comparire magicamente, in questo caso sarà interessante vedere quale forma gli darà.  
Non bisognerebbe sperare che il film sia fedele al romanzo ma che lo sia all’autore.

___________
*In una lettera a J.V.Shea del 1931 H.P.L. scrive: “La vita non mi ha mai interessato tanto quanto l’evasione dalla vita”.
Lovecraft - L’orrore della realtà di G. de Turris, S. Fusco; ed. Mediterranee.


lunedì 20 settembre 2010

Piccola biblografia degli orrori

Nell’ultimo post sul Necronomicon ho lasciato in sospeso una domanda: esistono libri realmente rilegati in pelle umana?
Ho iniziato la mia ricerca con l’intento di dare una risposta a questo interrogativo, positiva o negativa che fosse; cercando un riferimento bibliografico serio.
Abbiamo visto come, almeno in teoria, sia possibile trasformare la pelle umana in pergamena, ma esiste davvero qualcuno così folle da farlo?
Ebbene sì.
La caccia alla legature è iniziata nel luogo più ovvio: la Biblioteca Nazionale. Dopo un paio di giorni di ricerche poco più che inutili ho trovato qualcosa di interessante nel Dizionario illustrato della legatura di Federico e Livio Macchi (Sylvestre Bonnard, 2002), precisamente alla pagina 471 sotto la lettera "U" spiccava la voce “Umana, Pelle”. Le informazioni scritte dai due autori sono molte, riporto di seguito quelle che mi sembrano più importanti:

"Sono noti esemplari medievali di legatura in pelle umana: una Bibbia e un testo di decretali sono conservati presso la Bibliothèque Nationale de France a Parigi. Un esemplare è segnalato alla Biblioteca Ambrosiana di Milano."

Sono riportati anche aneddoti interessanti:

“[…]aneddoto - narrato da Cim nell’opera già ricordata, da Francesco Lumachi e da Giuseppe Fumagalli - di un’ammiratrice che avrebbe inviato un lembo di pelle della propria schiena “post mortem” e tramite il proprio medico, all’astronomo Flammarion: questi affidò il macabro “voto di una morta” ad un conciatore che, dopo tre mesi, restituì una pelle “bianca, di grana superba, inalterabile” con la quale Flammarion fece legare un esemplare di Les Terre du Ciel che recava incisa sul dorso in lettere d’oro la frase: “Pietoso adempimento di un voto anonimo. Rilegatura in pelle umana.
Se “bianca finissima e dolcissima” fu giudicata l’anonima pelle votiva, ben altro aspetto presentava la pelle di donna da noi vista su un volume in-ottavo in vendita ad alto prezzo, qualche anno fa, presso un libraio antiquario parigino: bianco-grigiastra, rigida e raggrinzita dal tempo, era tristissimo e sgradevolissimo oggetto.”

Seguendo la scia della bibliografia citata dai Macchi e delle citazioni, sono arrivato al Manuale Enciclopedico della bibliofilia di Bandini-Buti:

"[...] Esistono rarissimi esemplari di legature in pelle umana: un catalogo Maggs del 1932 offriva per 105 sterline un volume rilegato in pelle umana [...]"


Osservazioni
Non posso nascondere un certo entusiasmo quando ho trovato queste prime informazioni: era come aver trovato il pezzo di un puzzle che credevo perduto per sempre.
Quello che sappiamo adesso è che:
- il Necronomicon sarebbe legato in pelle umana presa da cadaveri uccisi con la stregoneria, al fine di proteggerne il contenuto dagli esseri che con esso si evocherebbero.
- è possibile creare pergamena di pelle umana e quindi rivestirne un libro.
- abbiamo trovato citazioni che parlano di libri rilegati in questo modo.  

Next
Come abbiamo visto dopo qualche ricerca, devo dire neanche tanto faticosa, qualcosa è venuto fuori; ma prima di trarre altre conclusioni mi sembra necessario approfondire la ricerca; ne parleremo nel prossimo post su questo argomento.

martedì 14 settembre 2010

Intermezzo: un libro di Matteo Poropat

Ho appena finito di leggere L'influenza di H.P.Lovecraft sul mondo ludico di Matteo Poropat e devo dire che è stata una piacevole sorpresa, innanzitutto perché esprime in maniera chiara il rapporto tra Lovecraft e il suo futuro: quel presente che ci appartiene e che lui ha plasmato fino agli angoli più remoti della tecnologia di ultima generazione.
Propat è riuscito ad approntare un compendio critico e selettivo dei giochi legati allo scrittore di Providence e ai suoi incubi: dall'affascinante GdR Call of Cthulhu della Chaosium pubblicato nel 1983, ai più moderni videogiochi, compreso lo splendido cameo del cucciolo di Shub-Niggurath che idSoftware inserisce nel primo Quake.
Il libro per forza di cose (e questo testimonia l'imponenza dell'impronta lasciata dal solitario di Providence) è anche un excursus sul mondo dei giochi in generale, offrendo più d'uno spunto per approfondire generi ludici meno conosciuti.

Impossibile non segnalare il saggio finale di Pietro Guarriello giustamente intitolato: H.P.L. Il personaggio che nacque dopo la sua morte.
Guariello viene dalla scuola di Gianfranco de Turris e Sebastiano Fusco (che sono tra i maggiori studiosi e conoscitori di Lovecraft) e, come loro, ne coglie il senso più profondo:

“Io sono uno che odia l’attuale, un nemico dello spazio e del tempo, della legge e della necessità. Bramo un mondo di misteri fastosi e giganteschi, di splendore e terrore, in cui non regni alcuna limitazione, tranne quella dell’immaginazione più sfrenata”.
(da una lettera di Howard Phillips Lovecraft indirizzata all’amico Frank Belknap Long)

È possibile scaricare gratuitamente il libro dal sito dell'autore (www.memoriedalbuio.com); ma ne consiglio l'acquisto in forma cartacea anche dopo aver letto il file gratuito, perché è da considerarsi un piccolo oggetto da collezione.

domenica 12 settembre 2010

Pergamena ed estetica del Necronomicon

Ebbene sì, la pelle umana può essere utilizzata per rilegare un libro, per quanto eccessivo possa sembrare; ma perché ciò sia possibile è necessario un trattamento differente da quello utilizzato per ottenere il cuoio.
Al fine di ricostruire la reale estetica del N. cerchiamo ora di capire cos'è la pergamena e che differenza tra questa e il cuoio.

Tecnica :
La pergamena (così come nelle prime manifatture ottenute nella città di Pergamon intorno al 200 a.C.) viene ricavata dalla pelle di animali (soprattutto capra, montone e agnellone) attraverso un processo di scuoiatura, calcinazione, depilazione ed essiccazione al sole. Il risultato è una membrana dal colore bianco lattescente, sulla quale è possibile scrivere (previa preparazione con pomice) oppure usarla per rilegare i libri, pratica molto gradita ai bibliofili dei secoli passati.

La pelle dei mammiferi è costituita da tre strati: epidermide, derma e ipoderma (carne del tessuto sottocutaneo). Sia la pergamena che il cuoio sono ricavati dal solo derma, per questo è necessario procedere alla separazione degli strati.
Tuttavia in alcuni mammiferi (tra cui l'uomo) lo stato di connessione tra derma ed epidermide è talmente stretto che la separazione non è facile; quindi, dopo la scuoiatura, si ricorre alla calcinazione: immersione in una soluzione di idrossido di calcio per sfibrare l'epidermide favorendo il distacco dal derma. In questo modo ci si avvia verso la produzione della pergamena.

Osservazioni :
Quanto appena descritto ci porta a una conclusione tanto ovvia quanto ignorata dai falsificatori di Necronomicon: la copertina del N. non può essere di cuoio; non sarà quindi nera, né marrone, né scura: se il Necronomicon esistesse avrebbe un aspetto candido e lattescente.
Nell'immagine potete vederne un esempio: nel caso specifico si tratta della legatura in piena pergamena (in pelle di animale, ovviamente) di un testo del XVII secolo (prima edizione dell'Innocente senza scuse del gesuita P.Segneri - 1690) abbastanza malandata che, come si nota dalla bruciatura, dev'essersi salvato per un pelo dal fuoco. In alto a sinistra si vede ancora l'impronta delle cellule epiteliali.
Credo che il N. avrebbe un aspetto molto simile a questo. Quindi occhio! Se vi capita tra le mani non fatevelo sfuggire.



Next :
Necronomicon a parte, esistono libri realmente rilegati in pergamena di pelle umana?
È quello che cercheremo di scoprire nel prossimo post su questo argomento.

lunedì 6 settembre 2010

Pelle umana e stregoneria

Una delle voci più diffuse è quella secondo la quale il Necronomicon sarebbe rilegato in pelle di esseri umani uccisi con la stregoneria; ma approfondiamo questo aspetto.
La prima cosa che viene da chiedersi è il perché sarebbe stato rilegato in questo modo: unicamente per il gusto del macabro? E ancora: è veramente possibile realizzare una legatura utilizzando la pelle dell'uomo?

Analizziamo una cosa per volta:
ultimamente ho letto un articolo (rainews24) nel quale si parlava di traffico di pelle umana legato a una serie di uccisioni di uomini e donne accusati di praticare la magia, avvenute in Tanzania. Sembra infatti che le popolazioni primitive che ancora ci abitano, siano convinte che la pelle umana, utilizzata durante appositi riti, tenga lontani i demoni dalle case (http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=7579).
Per la prima volta, da quando faccio ricerche sul N., mi imbatto in un'informazione, proveniente da fonte attendibile, che fa luce sulla possibile motivazione che spingerebbe un legatore di libri ad utilizzare un materiale del genere.

Il N. sarebbe quindi rilegato in pelle umana sottoposta a particolari rituali magici (stregoneria?), forse addirittura mentre è ancora in vita, al fine di tenere lontani i demoni dal contenuto del libro; il motivo?
Il motivo è semplice: quello che c'è scritto nel testo dev'essere un segreto soprattutto per i demoni. Questo concorderebbe con l'ipotesi che il libro contenga informazioni tali da permettere agli uomini di evocare e controllare gli stessi spiriti maligni (o Grandi Antichi, o demoni) e quindi questi lo distruggerebbero se solo potessero avvicinarvisi.

Osservazioni:
Sembra che Lovecraft avesse l'occhio lungo, e che tutti gli spunti che ha lasciato portino a teorie convergenti. È come se avesse seminato delle idee che continuano a crescere e basta semplicemente raccogliere.

Next:
Nel prossimo post vedremo se e come sia possibile utilizzare la pelle umana per la legatura di un libro e quale aspetto questa avrebbe.

mercoledì 1 settembre 2010

Necronomicon: la nascita di un nome

Il nome di Necronomicon nasce con la traduzione greca di Teodoro Fileta (Theodorus Philetas).
Lovecraft afferma che il titolo Necronomicon, apparsogli in sogno, significherebbe: La descrizione delle leggi che governano i morti. Laddove la parola Necronomicon sarebbe composta dalle voci greche nekros, nomos ed eikon.

Se invece si considera che nel titolo la parola chiave sia onoma si potrebbe tradurre Libro dei nomi dei morti. Questa seconda ipotesi mi sembra decisamente azzardata benché sia con questa traduzione che molto spesso ci si riferisce al testo.
Tenendo in considerazioni altre parole greche che potrebbero apparire nel titolo (nomos = legge; nom- = spazio; nomikos = legislatore) si ipotizzano altre traduzioni: Le leggi dei morti ; Il luogo dei morti ; Il legislatore morto .

Un'ipotesi attendibile e affascinante è che il Fileta abbia preferito dare al testo un titolo esplicativo per descriverne il contenuto. 
Assumendo che il titolo di Necronomicon, scelto da Fileta, sia rimasto invariato nei secoli, esso può dirci qualcosa riguardo il contenuto stesso del testo.
Ipotizziamo che le tre parole greche che lo compongono siano "nekros", "nomos" ed "eikon" e scendiamo più a fondo nell'analisi del loro senso, visto che in greco ogni lemma può assumere significati molto differenti. 
Cominciamo dalla parola "nekros" che può essere tradotta in "cadavere" o "morto" e ipotizziamo che Fileta si riferisca ai Grandi Antichi.
 "Nomos" è la seconda parola che compone il titolo e può avere diversi significati in particolare ci sembrano indicativi quello di "legge" e quello di "canto".
Infine "eikon" è "immagine, ma anche "simulacro". 
Possiamo fare due ipotesi:


1. Che il testo contenga delle leggi (nomos ) o delle regole che hanno valore di evocazione di antiche divinità scomparse (gli esseri morti di cui parla Alhazred che sono probabilmente i Grandi Antichi di HPL).


2. Che nomos inteso come canto si riferisca ai suoni emessi dagli stessi e tradotti da chi li ha ascoltati (Abdul Alhazred).
In entrambi i casi si potrebbe trattare di informazioni su questi esseri da loro stessi trasmesse.
Colui che ha ascoltato questi ululati o canti, ed è stato in grado di darne una rappresentazione (eikon), è probabilmente solo un portatore del messaggio. In quanto tale egli è privo di responsabilità (irresponsabile, folle). Alhazred sarebbe quindi il rappresentante di uno o più esseri divini, è quindi un simulacro (eikon) per mezzo del quale loro comunicano con gli uomini.